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Quella mattina a Rozzano c’era la neve

Testimonianza di un medico diventato paziente.

Medico per mangiare, musicista per vivere. Così si definisce Cataldo Perri, nato a Cariati, in provincia di Cosenza, ex paziente di Humanitas.

“Il quattro novembre del 2010 mi trovai anch’io dall’altra parte. Bastò leggere la risposta di alcuni esami del sangue che avevo fatto per dei disturbi addominali indefiniti. Questa volta, sul foglio del laboratorio vi era stampato il mio nome. Paziente e medico lo stesso nome, senza un filtro, una remota possibilità che qualcuno potesse addolcirmi la pugnalata alle spalle che il destino ha voluto riservarmi. Ho cominciato a morire il giorno del mio cinquantanovesimo compleanno”.

Accompagnato da questo pensiero, il dottor Perri arriva a Rozzano, un giorno di novembre. Ad accoglierlo, il professor Zerbi “con la consueta luce speciale dei suoi occhi che ti abbracciano e ti rassicurano per la genuinità dell’uomo e la grandezza del medico”.

Dall’esperienza della malattia, dell’ospedale e dell’amicizia con un collega “asciutto ed efficiente campione di chirurgia e di umanità”, nasce l’idea di “Ohi dottò!” un libro autobiografico, in cui, con stile leggero, ironia e autoironia, il medico si guarda indietro, torna alle proprie radici, per raccontare storie che sono la sua storia.

“Non è stato facile decidere di scrivere sul filo della memoria. Si vuole sempre rimandare il giorno in cui devi guardare anche indietro, come si rimanda volentieri l’appuntamento col dentista o col commercialista. “Ohi dottò” è l’espressione che da più di trent’anni mi viene rivolta per una richiesta d’aiuto, per  lenire una sofferenza, per un urlo di solitudine, per un bisogno sociale. Trent’anni di anamnesi, di speranze, di paure, di conforto, di vagiti nuovi e di dolorosi addii. Per fortuna, molte volte, è anche l’incipit di una confidenza leggera, di un pettegolezzo di colore, di discussioni filosofiche ed artistiche, di situazioni eroico- comiche tipiche della straordinaria antica cultura popolare calabrese e del Sud Italia in generale”.

Attraverso le storie quotidiane dei suoi pazienti, Perri racconta di sé e del momento in cui è “scivolato dall’altra parte”, lui stesso costretto a rivolgere l’espressione “Ohi dottò” ad un collega, quando nella sua vita si affacciano la malattia e l’inquietudine.

Musicista per vivere, Perri è anche tra i più prestigiosi virtuosi di chitarra battente, nobile strumento della tradizione popolare calabrese. E così, dopo il successo editoriale, “Ohi Dottò” è diventato uno spettacolo letterario musicale che alterna musica e prosa, grazie all’accompagnamento di tre musicisti straordinari: Piero Gallina (violino e lira calabra), Enzo Naccarato (fisarmonica), Checco Pallone (chitarre e tamburello) e, naturalmente, di e con Cataldo Perri (chitarra battente e voce). 

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